sabato 16 gennaio 2016

09.00 - The final job

Caro lettore benvenuto!
Sei approdato su un blog didattico, ma non ti spaventare, non ti trovi davanti qualcosa di troppo noioso, spero. Durante il corso di Storia delle Cose, Anatomia e antropologia degli oggetti, si è cercato di analizzare le cose sotto più aspetti possibili, e quindi perché non approfondire quelle che sono le loro caratteristiche peculiari? Ecco che nasce il blog Storia delle Cose Leggibili.
Cos'è la leggibilità, che ha a che vedere con ciò che ci circonda?
Il mio percorso inizia naturalmente andando a trovare una definizione esauriente del termine, con un breve giro intorno al mondo per vedere come popoli diversi definiscono la caratteristica, e realizzando un primo arcipelago di parole ad essa legate.
Da questo momento in poi è iniziato il vero lavoro di ricerca: immagini, testi e molto altro che possono essere ricondotti alla leggibilità. Dai francobolli commemorativi si passa alle poesie, si viaggia nello spazio e nel tempo, ma sono presenti anche pubblicità, personaggi famosi, favole e, perché no, cose buone da mangiare.
Il blog cresce, e con lui il piccolo arcipelago di parole si arricchisce diventando una vera e propria word cloud.
Ora, siccome siamo in un'epoca tecnologicamente avanzata non può mancare in questa analisi una macchina pensata dall'uomo che declini al meglio la leggibilità delle cose. Non dimentichiamo però che dietro la tecnica ci sono uomini che restano sempre un po' bambini. Dove ricercare allora la nostra caratteristica? Ho sfogliato le pagine dei fumetti e sono stata ricompensata: eccolo, affiancato dall'ironia in un contesto di arguta osservazione, l'esempio che cercavo era là ad aspettarmi.
Ma sono anche presenti qui esempi trovati nel mondo antico, tratti dall'ufficio italiano Brevetti e Marchi, dal mondo dell'informazione su carta stampata e web, e un tentativo di declinare le scienze attraverso la loro leggibilità.
Gli ultimi post di questo blog sono stati dedicati alle arti. Dopo un'accurata ricerca ho localizzato un film che tratta in maniera interessante il tema, una canzone che ci gira un po' intorno, un libro che ne accarezza gli aspetti più interessanti e un'opera d'arte che ne fa centro della sua ragion d'essere. Con un pizzico d'ironia ho inserito una ricetta per la leggibilità e, con un po' di tatto in più, una specifica tecnica riferita ad un progetto per ipovedenti.

Infine, dopo aver riassunto questo lavoro in poche parole chiave e aver redatto un abbecedario di termini inglesi, il mio viaggio si conclude.

Adesso, in questo ultimo post, lasciate che vi mostri il mio oggetto totem, che altro non è che una piccola lente d'ingrandimento.


"La lente d'ingrandimento è una singola lente convessa, utilizzata per ottenere l'immagine ingrandita di un oggetto e che permette di osservare cose che avremmo difficoltà a vedere ad occhio nudo. Rappresenta tutto ciò che consente di focalizzare l'attenzione su questioni altrimenti poco osservate. La lente altera la nostra normale percezione e in qualche modo ci obbliga a confrontarci con realtà a noi distanti, desuete."

08.09 - ABC... for readability

Attinenze oltre Manica
un abbecedario di termini inglesi per la leggibilità

Arrangement
Book
Composition
Dyslexia
Eyes
Format
Grammar
Handwriting
Intellegible
Journalist
Keyword
Language
Music
Newspaper
Organization
Pen
Quality
Reading
Speech
Typography
Understand
Visibility
Web usability
X-ray
Yardstick (fig. criterio)
Zoom

08.08 - Leggibilità in poche parole

Parole chiave del blog

Chiarezza: lucidità, sicurezza, evidenza: ch. di vedute; esprimersi con la massima ch.; fare ch. (rispetto a un problema, una questione, ecc.), sgombrare il campo da ogni possibile equivoco o ambiguità.

Comprensibilità: evidenza condizionata dall'altrui capacità di comprendere, possibilità di essere capito facilmente.

Riconoscibilità: che è riconoscibile, identificabile nell'aspetto o individuabile per propri caratteri inconfondibili.

Scorrevolezza: qualità, caratteristica di ciò che è scorrevole: s. di un fluido; s. del traffico; s. di una prosa. Nella tecnica, prove di s., quelle usate frequentemente nell'industria per i liquidi più o meno viscosi (per es., gli olî lubrificanti).

08.07 - Sito/Bibliografia

Definire il lemma:
Wikipedia, l'enciclopedia libera


Intorno al lemma:
Uno studio in rosso, di Arthur Conan Doyle

I vestiti nuovi dell'imperatore, di Hans Christian Andersen

Odissea, di Omero

YouTube, film e musica

Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry


mercoledì 13 gennaio 2016

08.06 - Una specifica leggibile

Il 3t-book

Il 3t-book è un progetto europeo a carattere sperimentale, volto a studiare un nuovo sistema di lettura per facilitare l'accesso alla cultura e all'informazione dei disabili visivi. Promosso dal Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia, il progetto è stato finanziato dalla Commissione Europea, nell'ambito del programma comunitario "Cultura 2000". Il progetto ha preso avvio il 1° ottobre 2001 e ha coinvolto istituzioni e associazioni di tre paesi europei: Italia, Francia, Ungheria. Dopo un anno di lavoro e attiva collaborazione è stato ultimato il primo prototipo realizzato con il sistema 3t-book. Si tratta di una versione multisensoriale del capolavoro di John Ruskin Le pietre di Venezia, un libro audio-ipertestuale composto da un CD-Rom e da un fascicolo di illustrazioni a rilievo realizzate con la tecnica del gaufrage. La peculiarità di questo innovativo prodotto editoriale consiste nell'integrazione, in un unico documento strutturato, di diverse metodologie di lettura alternativa: audio, testuale, tattile. Da qui l'acronimo 3t-book per indicare un libro "talking-tactile-textual".


Specifiche tecniche

La restituzione tattile
Nell'opera di Ruskin le immagini ricoprono un ruolo fondamentale. Si tratta di schizzi, stampe fotografiche, disegni, frammenti di dipinti che vogliono essere di supporto alla comprensione e alla memorizzazione del testo. Coerentemente con il principio di accessibilità che caratterizza il progetto europeo, è stata studiata una tecnica per restituire tattilmente parte di questo patrimonio iconografico, al fine di offrire anche ai lettori ciechi o ipovedenti la possibilità di "vedere" alcune di queste immagini.
L'iniziativa, curata dalla Citè des Sciences et Industries "la Villette" di Parigi e dall'Ecolè Estienne, si è fondata sullo studio accurato di tutte le caratteristiche che rendono una figura percepibile al tatto e quindi "esplorabile". La tecnica scelta è stata quella del gaufrage.

La registrazione digitale
La registrazione audio-digitale de Le pietre di Venezia è stata effettuata con una tecnica all’epoca innovativa, che permette all'utente una lettura facile e veloce. E' infatti possibile accedere ai capitoli, alle sezioni, ai paragrafi di qualsiasi opera registrata, proprio come si fa con qualsiasi documento testuale.
Per il 3t-book la registrazione audio-digitale del testo è stata curata dal Centro Nazionale del Libro Parlato dell'Unione Italiana Ciechi. L'opera è stata letta da due lettori professionisti in uno studio di registrazione, in formato PCM (file wav) monoaureale, con 16 HZ di frequenza di campionamento. Le voci della versione italiana sono quelle di Renato Rappo e Miriam Spera. L’assistenza tecnica è stata offerta da Giacomo Elmi.

Il metodo DigiBook
Una delle caratteristiche principali del 3t-book consiste nella correlazione tra le parti del testo scritto e i corrispondenti brani letti a voce, in modo da coniugare la gradevolezza e la qualità della lettura umana alle possibilità di navigazione proprie di un ipertesto. Questo risultato è stato reso possibile grazie all'applicazione del metodo Digibook, sviluppato nell'ambito del Programma europeo Copernicus, al fine di migliorare la produzione di libri parlati ed elettronici per lettori svantaggiati.
La tecnica consiste nella registrazione su un CD-Rom sia di un libro parlato, con voce umana registrata, sia del suo corrispondente testo scritto in codice Digibook. Una versione modificata di HTML, con una strutturazione ad albero che ne consente la facile consultazione secondo vari criteri: per titoli, pagine, paragrafi, stringhe di caratteri. Questa struttura multimediale permette, istante per istante, di visualizzare sullo schermo, in forma scritta, la frase letta a voce e di trovare immediatamente nella registrazione audio il punto corrispondente ad un titolo, sottotitolo, capoverso o di tornare ad un punto marcato. Un utente cieco può leggere tutto ciò che viene mostrato sullo schermo utilizzando uno "screen reader" con sintesi vocale o riga Braille.
Alla messa a punto del metodo Digibook o "libro ibrido" hanno lavorato in sinergia Italia e Ungheria. Il Laboratorio per la Tecnologia della Voce in Riabilitazione dell'Istituto Centrale di Fisica (LSTR-KFKI) di Budapest ne ha sviluppato la tecnica, l'Istituto di Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche del CNR di Firenze l'ha invece sperimentata, realizzando in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato dell'Unione Italiana Ciechi, alcuni esempi di libro ibrido. In particolare al LSTR si deve l'ideazione di uno speciale browser per la navigazione ipertestuale e di programmi per il trattamento del segnale audio, mentre all'Iroe lo sviluppo di un metodo, basato sull'uso di Word, per la preparazione della parte ipertestuale del Digibook.

Link esterni: Il 3t-book, Le specifiche tecniche

08.05 - Una ricetta leggibile

SCRIVERE PER IL WEB
La ricetta per un editing ad alta... leggibilità


Ingredienti
1 Titolo
1 Paragrafo introduttivo
1 pizzico di Testo descrittivo
1 Conclusione
Headline, Pay-off o Landing page a gusto
Font qb


Procedimento
A volte le tecniche offline possono essere molto utili se applicate mondo editoriale online… un po' come quel pizzico di dolce col salato. C'è una cosa che hanno in comune i testi scritti per il web e quelli cartacei: una corretta disposizione dei paragrafi. Metteresti mai la farcitura prima del pan di spagna? Non credo…
Innanzitutto disponi titolo -il famoso H1- in un corpo testo maggiore e in grassetto, poi il primo paragrafo introduttivo, e a seguire la suddivisione in altri paragrafi con relativo titolo che costituiscono il corpo del testo, la trattazione vera e propria; infine, la conclusione.
Per evidenziare le ancore visive, ovvero le parole chiave, usa il grassetto, mentre per le eventuali parole straniere prestate all'italiano puoi usare il corsivo.

La ricetta segreta? Beh, è una proporzione: 5 +o- 3. Questo perché i tempi di lettura sul web si condensano e non si possono spendere troppe parole, ma nemmeno troppo poche.
Una headline? Un pay-off? Un piccolo (ma grande) testo per una landing page? Mai superare un certo numero di caratteri! Nell'agenzia per cui lavoro abbiamo coniato una regola che più che altro sembra una formula matematica: "5+o-3", appunto. Mi spiego: i paragrafi non dovrebbero mai avere meno di due righe di testo -per non sembrare troppo mingherlini- e mai più di otto. Due sono il minimo, cinque l'ideale è sette/otto, il massimo per catturare l'attenzione del lettore web e non stancarlo.

Non scrivere i paragrafi troppo lunghi: i tempi di lettura sul web sono stretti!

Poi questa regola ha la sua applicazione: per una landing si possono usare tre righe di testo con ancore ben in vista, per un post Facebook invece dalle 3 alle 5 (e non oltre!), mentre i paragrafi di un post per un blog, o un articolo, possono avere paragrafi che vanno dalle 5 alle 8 righe di contenuto. L'introduzione e la conclusione ideali tre paragrafi.
Così otterrai anche un buon ordine visivo e una leggibilità molto più efficace.

La glassa… ovvero i font, che comunemente sono suddivisi in tre famiglie principali:
Serif: ovvero con "grazie"; quindi Palatino Linotype, Georgia e Times New Roman;
Sans-serif: ovvero font "senza grazie"; come Tahoma, Arial e Verdana;
Monospace: composto da caratteri come il Courier e utilizzati, ad esempio, negli editor testuali e nella programmazione.
Anche per un copywriter o un blogger è importante avere un'infarinatura di tipografia e conoscere un po' il mondo dei font, perché ogni testo ha bisogno di un carattere adatto e leggibile, specie sul web. Il mio consiglio non è tanto se scegliere un serif o un sans (anche se, sul web, sarebbe sempre meglio il sans), l’importante è che il carattere sia adatto all'obiettivo che ci siamo prefissati: se scriviamo per uno studio medico, ad esempio, non potremo mai usare il Cheri!

In genere preferisco caratteri tipografici che siano puliti, come Neue Helvetica oppure Geo Sans Light, e lascio i calligrafici (per quanto ce ne siano di bellissimi) ai grafici, oppure, eventualmente, li uso per arricchire un'immagine, ma non li impiego assolutamente nei testi.

Non dimenticare che sul web i testi non vanno giustificati: gli utenti, in linea di massima, leggono istintivamente compiendo il famoso movimento a "F", ovvero dall'inizio dell'area dei contenuti, spostandosi in orizzontale e verso il basso con un secondo movimento orizzontale (in questo modo si compongono le due barre orizzontali della F) per passare, infine, a una sorta di scroll dei contenuti disposti in verticale sul lato sinistro della pagina.

Ecco fatto, in quattro semplici mosse siamo in grado di garantire una buona leggibilità del testo, che è un punto di partenza immancabile per catturare l'attenzione del nostro utente: ora sei pronto per parlare al mondo, o, almeno, catturarne lo sguardo.



Rielaborazione del post di  Elena Paganelli del  Web Writing & Copywriting

08.04 - Arte e leggibilità

Costituzione cancellata
Emilio Isgrò
2010

"Diversamente da quel che può apparire - ha scritto Isgrò - la cancellatura non è un segno puramente distruttivo, giacché impone al lettore di leggere pur sempre tra le righe e sotto le righe, esplorando con la forza dell'immaginazione la sostanza del mondo e delle parole". Cit. Il Blog di Beppe Sebaste

Un approfondimento: Intervista a Emilio Isgrò, settembre 2008

08.03 - Racconti leggibili

Il Piccolo Principe
Antoine de Saint-Exupéry
prima edizione 1943



«Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo.
«Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto».
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
«Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente», disse. «Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo».
E le rose erano a disagio.
«Voi siete belle, ma siete vuote», disse ancora. «Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa».
E ritornò dalla volpe.
«Addio», disse.
«Addio», disse la volpe. «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi».
«L'essenziale è invisibile agli occhi», ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
«È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante».

Leggimi

08.02 - Armonie leggibili


Siamo chi siamo, di Luciano Ligabue, Album Mondovisione, 2013

08.01 - Bollywood


Stelle sulla terra, diretto da Aamir Khan, 2007 India

Streaming HD